Se ti sei sempre chiesto cos’è il cloro e quali effetti potesse avere sul corpo umano, stai leggendo la pagina giusta.
In questo articolo cercheremo di far luce su questa sostanza che è presente nell’acqua del rubinetto che beviamo tutti i giorni.
Premessa: l’essere umano ha bisogno di acqua incontaminata per evitare effetti collaterali negativi
E’ dato per scontato che l’essere umano è composto dall’80% di acqua e ha un bisogno continuo di immetterla nel proprio corpo, proprio perché fondamentale per la maggior parte dei processi fisici e chimici come la respirazione, la digestione, la circolazione, l’eliminazione delle tossine e la regolazione della temperatura corporea.
Sarebbe quindi fondamentale che l’acqua che utilizziamo per bere, cucinare e lavare frutta e verdura sia un’acqua pura e buona, inalterata nella sua composizione fisica, chimica e batteriologica per allontanare eventuali effetti collaterali negativi sulla nostra salute e quella dei nostri cari.
Perché utilizziamo il cloro?
In natura l’acqua, anche quella di sorgente, è sempre stata a rischio dicontaminazioni batteriologiche. In epoche passate era comune il diffondersi di epidemie dovute alla scarsa igiene e alla contaminazione dell’acqua.
Per questo motivo, e aggiungerei giustamente, gli acquedotti moderni utilizzano il cloro per sterilizzarla. La tecnica di sterilizzazione dell’acqua ha garantito la sicurezza a milioni di abitanti in tutto il pianeta ed è stata una delle conquiste civili più alte nella storia.
Ma cos’è il cloro?
Il cloro è un elemento chimico, che a temperatura ambiente di 20C e alla pressione di 1 BAR, si trova sottoforma di gas di colore verdastro (infatti cloro proviene dalla parola greca chlorus che significa verde).
Meno comunemente il cloro viene chiamato “ipoclorito di sodio cloro attivo”, in altre parole CANDEGGINA.
Il cloro è ottimo per la sterilizzazione batteriologica, ma sappiamo bene che è un acido altamente corrosivo che, se ingerito in grosse quantità, potrebbe corrodere addirittura i tessuti corporei.
Per fortuna l’acqua del rubinetto contiene una quantità veramente minima di cloro necessaria a sterilizzare l’acqua senza innescare conseguenze a breve termine sul corpo umano.
Quali sono gli effetti collaterali?
Siamo sempre portati a pensare al momento presente e mai sul lungo termine. Potresti immaginare il tuo corpo a contatto con la candeggina per anni e anni?
Molti medici (ma anche qui c’è un grande dibattito e sembra che la scienza a volte sia più un’opinione per difendere gli interessi delle multinazionali, che un punto sicuro di convergenza) sono concordi nel dire che il cloro, essendo un acido insaturo, tende a legarsi con altri composti per dare alla vita sostanze altamente cancerogene e mutageni come i trialometani.
Secondo gli stessi medici, molti tumori alla vescica, alla prostata e ai reni, sono dovuti all’accumulo di questa sostanza proprio in questi organi.
Durante la nostra attività abbiamo incontrato sia persone che ignorano totalmente i rischi derivati dal cloro, sia persone che, parzialmente consapevoli del problema, bevono l’acqua del rubinetto in minime quantità, ma la usano in grande quantità per cucinare (per esempio la pasta).
Ingenuamente pensano che facendo bollire l’acqua, la rendono più pura sotto ogni punto di vista, ma in realtà stanno aggravando il problema perché la rendono addirittura più corrosiva.
La candeggina infatti, bollita insieme all’acqua, produce un effetto aggressivo sorprendente sui tessuti del nostro corpo.
Le nostre nonne conoscevano benissimo l’effetto della candeggina riscaldata. Quando facevano il bucato a mano in campagna, prima che si fosse ancora diffusa la lavatrice, erano solite mischiare l’acqua con la candeggina in un catino e lasciarci i panni per alcune ore.
Passate alcune ore tornavano a vedere se i panni avevano perso le macchie, e in caso di risultato negativo riscaldavano l’acqua e la candeggina sul fuoco.
I risultati erano sorprendenti: le macchie sparivano, ma se i panni non si fossero tolti dal catino subito, sarebbero andati incontro a corrosioni gravi.